Sfido chiunque a non apprezzare i benefici degli alberi in città: regalano ombra d’estate, rinfrescano l’aria con la loro traspirazione, catturano CO₂ e polveri sottili, donano bellezza e silenziosamente ci aiutano a vivere meglio. Eppure, ogni tanto, diventano protagonisti di episodi problematici che ci ricordano quanto la loro presenza sia tutt’altro che scontata.
Gli alberi sono un patrimonio prezioso, una vera infrastruttura verde che lavora ogni giorno per migliorare la qualità della nostra vita. Ma in contesto urbano si trovano spesso a combattere in condizioni proibitive: radici costrette in spazi minuscoli, terreni poveri e compattati, inquinamento costante, manutenzione ridotta al minimo. A questo si aggiunge un fattore ancora più insidioso: la scarsa attenzione con cui vengono gestiti. I tagli ai bilanci comunali, infatti, portano a potature affrettate, appalti al ribasso o addirittura alla mancanza totale di cure. Il risultato? Piante più fragili, con chiome squilibrate e rami indeboliti, sempre più esposte al rischio di spezzarsi o cadere durante eventi atmosferici estremi.
E questi eventi estremi, come sappiamo, non sono più rari. Tra ondate di calore, temporali improvvisi e raffiche di vento violentissime, un albero già in difficoltà può trasformarsi in un pericolo. Non è raro leggere di rami caduti su auto in sosta, marciapiedi improvvisamente invasi da tronchi o addirittura interi alberi sradicati dal terreno. Episodi che non solo mettono a rischio l’incolumità delle persone, ma rischiano anche di alimentare un clima di sfiducia verso il verde urbano, come se il problema fosse “l’albero in sé” e non la cattiva gestione a monte.

Spesso, infatti, diamo per scontata la presenza degli alberi nelle nostre città. Li trattiamo come un ornamento estetico, un arredo che abbellisce le piazze o rende meno anonime le strade. Ma quando qualcosa va storto ci accorgiamo di quanto incidano davvero sulla nostra quotidianità: un quartiere senza alberi è più caldo, più rumoroso, meno vivibile. E un albero curato male può trasformarsi da alleato a rischio concreto.
Il punto centrale è proprio questo: non basta piantare nuovi alberi per “fare verde”, serve investire seriamente nella loro cura e manutenzione. Una potatura fatta con criterio può allungare la vita di una pianta, rafforzarne la stabilità e ridurre drasticamente i rischi di crolli. Al contrario, tagli aggressivi o mal programmati la rendono più vulnerabile, aprendo la strada a malattie, indebolimenti strutturali e, a lungo termine, a costi ancora maggiori per le amministrazioni e i cittadini.
Forse dovremmo iniziare a guardare la vegetazione urbana con gli occhi con cui guardiamo altre infrastrutture essenziali, come strade, acquedotti o linee elettriche. Non sono semplici elementi decorativi: gli alberi sono una rete viva che sostiene la nostra salute, regola il microclima urbano e contribuisce alla resilienza delle città.
Ultimamente ho riscoperto un interesse per le piante e per le piccole oasi verdi in città. Ho cominciato a fare esperimenti nell’orto davanti a casa e, più recentemente, ho scritto un articolo sul tema delle “città verdi”, che potete trovare a questo link.
Più mi informo, più mi rendo conto che ogni albero che vediamo lungo un viale o in un parco non è lì “per caso”, ma rappresenta una scelta fatta da un amministratore nel passato, un investimento e una responsabilità che verrebbero sprecate in assenza della corretta manutenzione.
Prendersene cura significa proteggere non solo il paesaggio, ma la qualità della nostra vita quotidiana. Nel periodo delle elezioni comunali mi riferivo a questa strategia chiamandola “defensive urbanism”, sottolineando il potenziale ruolo di alleati e protettori che gli alberi e il layout delle nostre città possono ricoprire.
Ho colto l’occasione di questo mio slancio ecologista e interessato al verde cittadino per condividervi il video che trovate allegato all’articolo, sperando che possa convincervi che spendere risorse cittadine nella manutenzione del verde è davvero importante. Se queste risorse però vengono spese nel tenere l’erba frequentemente tagliata, invece che finire nei lavori più complessi, non possiamo che aspettarci che la vegetazione urbana vada naturalmente a morire e a causare danni, passando dall’essere un valido alleato di difesa contro le conseguenze del cambiamento climatico, ad essere essa stessa un rischio da preventivare.
Godetevi il video!
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